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Cliente: Proofpoint Ltd
Formato: Guide
Tamanho: 1 MB
Língua: Italiano
Data: 13.05.2024
La guida strategica definitiva sull’email security
In tutto il mondo, ogni giorno una battaglia silenziosa ha luogo in uno degli strumenti più familiari e centrali del lavoro moderno: la casella inbox dell’email.
L’email è il principale vettore di invio del malware e un terreno fertile per tutti i generi di minaccia. È attraverso questo mezzo che i criminali informatici hanno maggiori probabilità di raggiungere i loro obiettivi. Gli hacker inducono gli utenti a fare clic su un link non sicuro, a divulgare le proprie credenziali o addirittura a lanciare loro stessi dei comandi (come l’esecuzione di un bonifico o l’invio di file sensibili).
Non è difficile capire perché gli autori degli attacchi preferiscano l’email che utilizza un’architettura vecchia di decenni, non progettata pensando alla sicurezza. È universale e, diversamente da ciò che accade con hardware e infrastrutture informatiche, gli attacchi via email sfruttano delle vulnerabilità a cui non si possono applicare patch: le persone.
La migrazione verso il cloud e il passaggio al telelavoro rappresentano una minaccia ancora più temibile.
Ogni anno le aziende spendono miliardi in strumenti di sicurezza progettati per rafforzare il perimetro della rete, rilevare le intrusioni e mettere in sicurezza gli endpoint. Eppure il volume e il costo del ransomware, della violazione dell’email aziendale (BEC, Business Email Compromise), del phishing delle credenziali di accesso e delle violazioni dei dati a causa del malware non è mai stato così elevato.
In effetti, gli attacchi attuali sfruttano la natura umana, non solo la tecnologia, e l’email è il modo più facile per raggiungere gli utenti.
L’email è il principale vettore di invio del malware e un terreno fertile per tutti i generi di minaccia. È attraverso questo mezzo che i criminali informatici hanno maggiori probabilità di raggiungere i loro obiettivi. Gli hacker inducono gli utenti a fare clic su un link non sicuro, a divulgare le proprie credenziali o addirittura a lanciare loro stessi dei comandi (come l’esecuzione di un bonifico o l’invio di file sensibili).
Non è difficile capire perché gli autori degli attacchi preferiscano l’email che utilizza un’architettura vecchia di decenni, non progettata pensando alla sicurezza. È universale e, diversamente da ciò che accade con hardware e infrastrutture informatiche, gli attacchi via email sfruttano delle vulnerabilità a cui non si possono applicare patch: le persone.
La migrazione verso il cloud e il passaggio al telelavoro rappresentano una minaccia ancora più temibile.
Ogni anno le aziende spendono miliardi in strumenti di sicurezza progettati per rafforzare il perimetro della rete, rilevare le intrusioni e mettere in sicurezza gli endpoint. Eppure il volume e il costo del ransomware, della violazione dell’email aziendale (BEC, Business Email Compromise), del phishing delle credenziali di accesso e delle violazioni dei dati a causa del malware non è mai stato così elevato.
In effetti, gli attacchi attuali sfruttano la natura umana, non solo la tecnologia, e l’email è il modo più facile per raggiungere gli utenti.